Equilibri (Luce e Tenebre) di Mariano Lodato – Recensione con Spoiler

Equilibri di Mariano Lodato è un riuscito esperimento fantasy che mescola le antiche religioni con le nuove e fa una bella critica sociale su svariati fronti, in primis su alcune malattie non ancora considerate tali. Non tutto è perfetto ma è un esperimento riuscito su svariati fronti e voglio provare a spiegare perché.

Avviso che da qui in avanti saranno presenti svariati SPOILER.

La storia si presenta in maniera molto semplice, con un ragazzo, Matteo, che dopo una serata con amici, torna a casa e si ritrova coinvolto in una rapina.

La nonna gli appare e lo guida in un posto, che pare essere il sotterraneo di casa, solo più avanti, dopo aver aiutato svariate persone a fuggire e andare verso la luce, Matteo capirà di essere finito nel Limbo.

E’ un Limbo molto affascinante quello che percorre, con figure animate, alle pareti, dei Sette Vizi Capitali e delle Sette Virtù Cardinali, a cui il giovane si sente attratto.

Nel suo percorso Matteo farà diversi incontri, tra cui quello di Demetrios, un essere al servizio delle Tenebre, che, a differenza sua, trascina le anime verso il basso.

Il loro complicato rapporto sarà alla base del percorso verso la luce di Matteo, il quale verrà guidato nientemeno dall’Arcangelo Michele, qui chiamato Mika-El, e scoprirà di avere un ruolo speciale nella lotta tra le forze del Bene e le forze del Male.

Ciò che colpisce il lettore, oltre alla narrazione fluida ed efficace, è il fatto che vi sia appunto un’unione delle varie religioni, con annessi riferimenti ai svariati tipi di aldilà, raccontati con la giusta dovizia di particolari. Si vede che vi è un attento ed elaborato studio dietro, non solo sulle religioni ma anche sui miti e sulla storia antica, in particolare da segnalare la storia greca.

Bello anche l’incontro tra Matteo e la sua anima gemella, uno scambio di sguardi che incuriosisce e che porterà il lettore a scoprire, in parte, dell’evolversi della loro storia, che non è, per fortuna, una tedioso tira e molla, ma un rapporto costruito su solide basi, tanto da farmi pensare, con tutti i limiti di un’opera di uno scrittore non esperto, ad una delle più belle storie d’amore del cinema, Ladyhawke.

Veniamo un attimo alle dolenti note, anzi all’unica nota dolente che mi ha infastidito parecchio anche perché in una storia così coraggiosa stona due volte.

Il “padre” di Matteo, il dottor Malipieri, è, ahimè, il ritratto di una figura vetusta e talmente fuori luogo che avrebbe stonato anche in una storia di 20 anni fa, figuriamoci in una racconto così moderno e audace.

Egli non ha niente del vero padre. Certo non picchia Matteo, non è un padre padrone, ma ha un difetto veramente enorme: è incapace di esprimere il suo affetto e quindi si autoassolve dal suo comportamento, facendo piccoli regali, tra cui l’incontro con una ragazza, sapendo che potrà piacergli, al figlio.

Il padre non si fa così. Non lo dico perché ora va moda rivoluzionare la figura del padre. Lo dico perché ritengo che un vero genitore deve concedere affetto, abbracci, sgridate, parole, sbagli ai figli. In una parola deve concedere il suo tempo e lo so che costa fatica.

Essere genitore non è facile. Citando Lost in Translation:

“Il giorno più terrificante della tua vita è quando ti nasce il primo figlio e nessuno te lo ha mai detto. La tua vita, come la conosci, cambia. Non c’è ritorno. Ma poi imparano a parlare, imparano a camminare e all’improvviso diventano le creature più incantevoli che tu abbia mai visto.”

Questo è essere genitori. E’ dura. Durissima. Per quello che mi riguarda il vero padre di Matteo è Mika-El, un angelo umanissimo, tratteggiato bene, tanto da farlo amare quanto il protagonista. Egli fa il padre nel senso vero del termine. Sostiene il ragazzo, lo fa anche sbagliare, lo spinge a lottare, sempre vegliando su di lui, anche con battute e parole affettuose.

E a proposito del Paradiso, confesso di aver pensato, mentre leggevo le camminate di Matteo e dell’arcangelo, ad alcuni passi della Divina Commedia. Non voglio accostare le due opere, questo no, ma sicuramente qualche rimando c’è.

Ben tratteggiata anche la figura di Demetrios, che affascina e spaventa lo spettatore in vari modi, anche per la sua caduta molto umana così come la sua risalita.

Parlavo di critica sociale prima, riguardo alla malattia. Ad un certo punto, nella vicenda, si parla di depressione in maniera molto prepotente, si viene invasi da un’ondata di gelo e disperazione.

Vi sono vari modi per parlare di questa malattia così tremenda e ancora troppo sottovalutata e credo che Mariano ne abbia trovato uno molto efficace, anche se duro.

Ovvero mostrando come non sia sempre facile capire che è una malattia per chi sta vicino al malato, arrivando a pensare, a torto, che siano solo capricci. Duro e terribile? Sì ma tragicamente attuale.

Io spero che il lettore di Equilibri, arrivando a quella parte, comprenda appieno il messaggio, perché non è così facile da cogliere e non commetta il medesimo errore degli amici e parenti del malato che, vi assicuro per esperienza personale diretta, non recita, non fa capricci, non è egoista.

Il depresso è un vero malato e si cura con le medicine e la psicoterapia, non si cura con insulti e incoraggiamenti, anche fatti in buona fede.

E proprio per questo mi viene da sottolineare come il romanzo sproni chi legge a essere empatico, lo fa ripetutamente, sia nel mondo ultraterreno, sia nel nostro, come a farci ritrovare la parte più umana di noi stessi.

Un bel libro, l’inizio di un’intrigante saga(Portali, il secondo volume, è uscito a dicembre 2015) , è una sorta di bellissimo quadro con una piccola macchia, ma resta un bellissimo quadro.

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Silvia Azzaroli

Sono una Scrittrice perché quando scrivo mi sento viva e posso visitare nuovi mondi e nuove terre;

Il mio motto è:
"Siamo universi dentro altri universi." (Ho Sognato Babilonia)

Adoro camminare e andare in bici;

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Star Wars/Trek Geek, Proud Hamster, Fringie, Whoovian, MCU Fan, Sci-Fi Geek;

Amo la Fantascienza, che per me è il genere per eccellenza ma apprezzo anche i Noir, i Romanzi storici, i Saggi e il Fantasy;

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Sono affascinata dalla Scienza anche perché volevo diventare medico .
Adoro figure storiche femminili che si sono contraddistinte in questo campo,
in particolare Sabina Spierlein (madre della psichiatria moderna),
Margherita Hack grande astrofisica italiana),
Samantha Cristoforetti (Geniale astronauta italiana).

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